Il terrore, l’Italia e le sottovalutazioni fatali: per vincere la guerra servono leggi speciali

Se uno dei primi due attentatori di Londra, Khuram Butt, secondo il Telegraph era comparso in un documentario di Channel 4 sull’integralismo islamico nel Regno Unito mentre srotolava una bandiera dell’Isis a Regent’s Park ed era noto alle forze di sicurezza, la notizia dell’individuazione del terzo terrorista lascia davvero sgomenti.

Si chiama Youssef Zaghba, classe ’95,  padre marocchino e madre italiana. E’ stato fermato all’aeroporto di Bologna nel marzo 2016 mentre cercava di prendere un volo per la Turchia e poi raggiungere la Siria. L’intelligence italiana aveva segnalato la sua presenza e i suoi frequenti spostamenti sia alle autorità marocchine, sia a quelle britanniche. Dopo il fermo a Bologna, è stato denunciato per terrorismo internazionale. Da quell’accusa è stato poi prosciolto ma l’Italia l’aveva comunque inserito nelle liste delle persone a rischio. Attualmente aveva ottenuto un lavoro stagionale in un ristorante di Londra e continuava ad avere contatti con la madre in Italia. Nel nostro Paese era stato l’ultima volta lo scorso anno. Nel suo cellulare erano erano state trovate immagini e video di contenuto religioso, ma nulla di particolarmente significativo per quanto riguarda il fondamentalismo jihadista. Nonostante questo era stato segnalato come sospetto “foreign fighter” negli archivi internazionali.

Due le riflessioni. Innanzitutto la sua presenza in Italia, come per l’attentatore di Berlino poi rimasto ucciso in una sparatoria con le Forze dell’Ordine italiane a Sesto San Giovanni. Se è vero che l’Italia non è ancora stata colpita dal terrorismo islamico, è purtroppo vero anche che l’Italia è terra di passaggio del terrorismo islamico. Su questo dobbiamo tenere altissima l’attenzione e sicuramente l’immigrazione incontrollata cui è sottoposto il nostro Paese non aiuta. In secondo luogo, per l’ennesima volta dopo un attentato la notizia è che in un modo o nell’altro i terroristi erano già noti o erano già stati segnalati per segnali che rimandano ad ambienti legati all’Islam radicale. E’ evidentemente una sottovalutazione che non possiamo più permetterci ed è il momento di predisporre anche leggi speciali per poter isolare davvero qualsiasi soggetto che presenti anche il minimo indizio di legami pericolosi. Dobbiamo farlo perché non viviamo più in una condizione di normalità, bensì di emergenza dovuta ad un terrorismo che ormai colpisce l’Europa con ritmo e facilità inquietanti. E’ una guerra e in guerra servono leggi speciali.