16 anni fa in esilio si spegneva Bettino Craxi

Qui in aula ascoltando gli interventi dei parlamentari dei componenti della Commissione e del presidente del Consiglio e non possono che tornare in mente le sue profetiche parole sull’Europa e sull’Italia.
«Il governo è più indebolito che mai. Alla fine del ’98 l’Italia si è ritrovata fanalino di coda dell’Europa economica. Quello che si vede, semmai, è la fuga delle imprese dall’Italia e il regresso degli investimenti esteri. Quello che si tocca con mano è una disoccupazione nelle aree più deboli e non solo, che accresce l’impoverimento generale in corso per tanti altri fattori. Il governo appare debole di fronte al fenomeno della immigrazione selvaggia, e non perché non usa metodi forti, ma perché è evidentemente incapace di organizzare filtri preventivi e di controllo». Ci sono tutti i problemi di oggi.

E ancora: «C’è da chiedersi perché si continua a magnificare l’entrata in Europa come una sorta di miraggio, dietro il quale si delineano le delizie del Paradiso terrestre. Non sarà così. Alle condizioni attuali, dal quadro dei vincoli così come sono stati definiti, ad aspettare l’Italia non c’è affatto un Paradiso terrestre. Senza una nuova trattativa e senza una definizione di nuove condizioni, l’Italia nella migliore delle ipotesi finirà in un limbo, ma nella peggiore andrà all'inferno».