Sembra che il vento abbia virato nel segno del cambiamento, dopo che gli elettori europei hanno votato per liste e agende politiche di centro-destra.
Giorgia Meloni esce dalla tornata elettorale duplicemente trionfatrice, perché suggella il suo ruolo di leader politico, dopo aver incassato l’ampia stima degli italiani che l’hanno votata; e rivendica lo status di primo piano dell’Italia nel processo di formazione della prossima Commissione Europea.
Meloni in altre parole è divenuta il faro delle destre europee. «I miei festeggiamenti sono durati cinque minuti e poi ho ricominciato a lavorare con maggiore determinazione di prima. Però oggi almeno so che tutto questo enorme lavoro viene riconosciuto, ne ho la conferma», ha dichiarato la Premier su Rai 1.
Gli osservatori politici, al contempo, gettano un occhio alla Francia e un altro alla Germania, dopo che nelle due principali economie europee vi sono importanti cambi politici. Macron ha sciolto l’Assemblea nazionale con l’obiettivo di portare il Paese a elezioni legislative, non presidenziali, anticipate. È una mossa imprevista e ritenuta astuta da alcuni ma disperata da altri. Nel mentre, il Presidente francese, attende una più che probabile e definitiva ascesa politica dell’opposizione, incarnata da Marine Le Pen. In Germania, Scholz e il suo gruppo dei Socialdemocratici sono ormai schiacciati in una morsa strettissima, composta dal partito conservatore AFD (Alternativa per la Germania) e la CDU (Unione Cristiano-Democratica). Ma a ben ricordare, il declino di Scholz ha radici lontane, quando già un anno fa i tedeschi esprimevano il loro malcontento verso un Cancelliere dalle aspettative altissime.
I mercati finanziari europei subiscono il contraccolpo dovuto dall’incertezza politica che sta vivendo, in modo particolare, Parigi.
Dall’altra parte dell’oceano, al contrario, gli Stati Uniti – secondo quanto dichiarato dal coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby – «Non sono preoccupati». E non c’è motivo di esserlo, ci viene da dire.